Olivier Messiaen, Toru Takemitsu, Anthony Cheung, Tristan Murail, György Kurtág, Jonathan Harvey
“Un gigante affresco, una sorta di odissea”, è la descrizione che Bertrand Chamayou fa del capolavoro pianistico di Olivier Messiaen, Vingt Regards sur L'Enfant-Jésus. Scritta nel 1944, è una sequenza monumentale, mistica e cangiante di 20 sguardi o contemplazioni di Gesù bambino.
Messiaen una volta scrisse che “Il dramma della mia vita consiste nell’aver scritto musica religiosa per un pubblico che non ha fede”. Bertrand Chamayou ritiene che eseguire i Vingt Regards “sia un’esperienza mistica piuttosto che religiosa… Suscita lo stesso genere di stupore che si prova quando si entra in una magnifica cattedrale o si vede un bellissimo tramonto. Senti che il tempo si ferma”.
Chamayou ha interpretato l’opera per la prima volta nel 2008, anno del centenario di Messiaen, ma fa parte della sua vita fin da quando aveva nove anni. “È stata una rivelazione... Penso di poter dire che i Vingt Regards hanno influenzato il mio modo di suonare, il suono stesso che produco e il mio approccio come interprete”. A completamento del programma musicale dell’album, Chamayou ha anche inciso cinque brevi tributi musicali a Messiaen, scritti negli anni successivi alla sua morte avventa nel 1992, rispettivamente di Toru Takemitsu, Tristan Murail, György Kurtág, Jonathan Harvey e Anthony Cheung.